giovedì 1 marzo 2012

Daytona 500: tante aspettive, poca sostanza


La Daytona 500 del 2012 non passerà sicuramente alla storia come una delle più belle di sempre, anche se verrà ricordata per alcune curiosità ed eventi bizzarri che l'hanno caratterizzata. Prima un temporale rinvia la gara a lunedì, poi lo stesso fa slittare la partenza verso sera e infine uno stranissimo incidente in cui Juan Pablo Montoya investe uno dei mezzi di soccorso crea un incendio che interrompe la corsa per oltre due ore, con la bandiera a scacchi che viene data finalmente dopo mezzanotte, quando ormai siamo al martedì. Questi inconvenienti, altri incidenti e alcuni sorpassi non hanno fornito uno spettacolo all'altezza delle aspettative, che per questa gara sono davvero alte, sia per l'evento in sè che per il fatto che si tratta della prima corsa della stagione. L'emblema di tale sensazione è il finale di gara, con Greg Biffle che si tiene in scia a Matt Kenseth senza tentare il sorpasso, con Dale Earnhardt Jr. che prova una manovra impossibile da dietro e coglie il secondo posto. Per alcuni, Biffle è stato troppo rinunciatario, per altri ha fatto bene a coprire le spalle del compagno di squadra. Se avesse provato ad attaccarlo, forse avrebbe favorito Junior e compromesso il successo della squadra.

Insomma, poca roba rispetto ai settantaquattro sorpassi in testa alla gara dello scorso anno con la vittoria a sorpresa dell'esordiente Trevor Bayne, nonostante la bruttezza delle gare in tandem. Di certo, gli ultimi dieci anni non hanno portato granchè di bene alla Daytona 500. Nelle prime quarantaquattro edizione di questa gara, c'erano state solo due gare concluse in anticipo a causa della pioggia e una ridotta sulla distanza del dieci per cento ai tempi della crisi del petroleo. Nell'ultimo decennio, ci sono state due corse accorciate per il maltempo, oltre a questa, rinviata per la prima volta a causa della pioggia. Ci sono state inoltre due edizioni che hanno subito delle pause enormi: nel 2010 a causa della famosa buca creatasi sull'asfalto e quella di domenica, sospesa per placare l'inferno scatenato dal botto di Montoya contro la turbina che serve a pulire la pista. Per concludere, da quando esiste la regola del fine gara in regime di corsa aperta (il cosidetto green-white-chekered), solo una gara si è conclusa sulla distanza prefissata. Le altre sono state allungate in media di quattro giri, con il finale di gara che si converte in un vero e proprio demolition derby, con una media di quattro neutralizzazioni negli ultimi venti giri, dove tutti i piloti tentano manovre impossibili e l'aspetto sportivo va a farsi benedire.

Quindi non resta che ricordare lo spaventoso botto di Montoya, che perso il controllo della sua Chevy a causa della trasmissione bloccata, è finito contro la turbina del mezzo che puliva la pista. Ben duecento galloni (più di 750 litri) di jet fuel sono stati riversati sull'asfalto creando un tremendo incidendio. E pensare che tali mezzi sono stati introdotti dopo la gara di Michigan del 1969, quando si schiantò un elicottero che volava a basssissima quota (una consuetudine al tempo per asciugare la pista). Non ci si ricordava di un incidente così bizzarro dai tempi in cui Mario Andretti, prima, e il figlio Michael poi, si schiantarono a Detroit nel 1991 contro il mezzo che rimorchiava la vettura ferma di Dennis Vitolo durante una neutralizzazione. Proprio Andretti senior era stato protagonista di un curioso incidente due anni prima a Toronto, schiantandosi contro la March-ALFA Romeo ferma di Roberto Guerrero (ai tempi in cui si lasciavano le vetture ritirate a bordo pista), mentre tentava di superare la March-Porsche di Teo Fabi.

Gli incidenti tra vetture in corsa e mezzi di soccorso sono tutt'altro che rari. Nel 1999 a Forth Worth, Donnie Beechler venne travolto dalla pace car, privandolo dal suo miglior risultato in carriera. Da questa parte dell'oceano, tutti ricordiamo l'incidente di Franz Engstler con la safety car a Pau nella gara del WTCC de 2009. Andò peggio a Takachiho Inoue, quando nel GP di Ungheria del 1995 scese dalla sua Arrows con il motore in fumo e venne investito da una macchina dei commissari, prendendosi una brutta botta alle gambe. Nel 2002, Nick Heidfeld se la vide veramente brutta in Brasile. A causa dell'incidente della Arrows di Enrique Beroldi nel warm up, la medical car entrò in pista e appena si fermò sul luogo dell'incidente, il pilota Alex Diaz Ribeiro (ex pilota di F1 e F2) aprì la portiera proprio mentre sopraggiungeva il pilota tedesco. La Sauber di Heidefeld piegò la portiera della Mercedes Benz, ma per questione di decimi di secondi, si evitò un brutto incidente.

Altri incidenti bizzarri, sono quelli tra le vetture in corsa e sventurati animali che tagliano loro la strada. E' recente (2008), il ritiro di Brunno Senna nella gara di Istabul di GP2 dopo uno schianto contro un cane. Stessa cosa successe a Oscar Aventìn nel 1990 a Junin durante una gara di Turismo Carretera su strade aperte. Tremenda fu l'impatto tra la McLaren di Stefan Johnansson e un cerviatto nel 1987 a Zeltweg. Sempre un cervo attraversò la strada a Neil Bonnett a Pocono nel 1984. Eddie Irvine invece fece fuori un coniglio a Silversone nel 1997.

Comunque, le storie più bizzarre della storia delle corse, arrivano dalla NASCAR. Nel 1966 a Fonda, andò in testacoda mentre era in testa. Poichè il piccolo ovale di Fonda non aveva muri di contenimento a bordo pista, la vettura di Putney scalò la curva sopraelevata uscendo dal circuito. Il pilota riescì a riprendere la vettura e percorrere una stradina vicina al canale Erie passando attraverso un cimitero per rientrare in pista. Il rientro fu perpendicolare al senso di marcia delle altre vetture e Putney venne centrato da Tiny Lund, Bobby Allison e Lyle Stetler. L'assurda manovra fece infuriare Lund che lo colpì Putney in faccia stendendolo a terra.

Il 1953 fu un anno particolare per Tim Flock, che inizio a correre con una scimmia, nota come Jock Flocko, come copilota. Un modo strano di farsi pubblicità. A Raleigh, la scimmia riuscì a slegarsi dalle cinture di sicurezza e aprì il coperchio del passaruota (utilizzato al tempo dai piloti per verificare il consumo delle gomme in gara). Un sasso entrò e colpì l'animale in testa, che impazzì e attaccò il pilota. Flock dovette fermarsi in tutta fretta ai box per togliere la scimmia dall'abitacolo. Qualche gara dopo, a Spartanburg, Flock si riposava tranquillamente dentro la sua macchina nella zona interna della pista quando un'altra macchina gli piombò addosso ferendolo.

La storia più bizzarra della storia della NASCAR risale al 1961 e successe sult traccaito di Weaverville. La gara venne sospesa poco dopo la metà della distanza prevista a causa del deterioro del manto stradale. Bunk Moore prese una buca troppo grande e perse il controllo della vettura finendo contro le postazioni dei box ferendo alcuni spettatori. Quando la gara fu interrotta, i tifosi invasero la pista scatenando una rissa, in quanto arrabbiati per l'interruzione, e presero in ostaggio i piloti per quattro ore. Ned Jarrett e Bud Moore (il team manager di Joe Weatherly) reascirono agggredendo violentemente uno dei capi della sommossa. Con questo metodo molto ortodosso, i rivoltosi se ne tornarono a casa. Cose d'altri tempi. Speriamo che il 2012 ci offra meno storie bizzarre e curiose e più competizione in pista.

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