lunedì 8 ottobre 2007

Sfigati si nasce, fortunati si diventa

Si dice che Jeff Gordon sia un gatto, maledettamente fortunato, poichè ogni volta che cade lo fa in piedi. Quante volte è rimasto attardato e poi è andato a vincere la gara? Quante volte ha vinto passando primo sul traguardo soltanto nell'ultimo giro? Tante, così tante da pensare che la fortuna se la vada a cercare. Quello che è successo ieri a Talladega è stato soltanto un altro trionfo, l'ottantesimo per la cronaca, di un pilota che non conosce nè la fortuna nè la sfiga: è semplicemente capace di ottenere il meglio in ogni situazione. In pista era ripartito dai box invadendo la piazzola di sosta successiva oltre i tre piedi (90 cm. circa) consentiti per evitare di colpire il compagno di squadra Jimmie Johnson che era già ripartito sulla pit lane. Jeff ha dovuto scontare un drive through mentre la gara ripartiva ma è riuscito a recuperare il terreno perso quando sono uscite le bandiere gialle.

Così "Wonderboy" ha dovuto solo fare quello che sa fare meglio: restare tra i primi e approfittare dell'occasione buona per vincere, cosa che ha fatto puntualmente a mezzo giro dalla fine quando ha "tradito" Johnson per spostarsi sulla destra e bloccare Tony Stewart arrivato come un caccia. Chi tifa il pilota della Chevrolet Impala #24 sostiene che sia il migliore, chi invece non lo tifa afferma che sia solo fortunato. Per quanto non sia il grande idolo delle folle, non è la fortuna che gli ha fatto vincere ottanta gare e quattro campionati in quindici anni. Se la sua carriera sarà lunga come quella di tanti altri grandi della NASCAR, Gordon potrebbe diventare il pilota più vincente di tutti i tempi. Intanto va per la quinta corona, Dale Earnhardt e Richard Petty sono a quota sette. Per le vittorie invece dovrà mantenere questi ritmi per tanti anni per raggiungere "The King": mancano "solo" 120 trionfi. Chissà che non succeda mai, proprio il giorno in cui Petty disse "Basta", un simpatico giovane dal baffetto ridicolo esordiva nella Winston Cup: che sia stato un passaggio di consegne?

lunedì 1 ottobre 2007

Forza Fe...ferra...?

La pioggia caduta ai piedi del monte sacro del Fuji sembra essersi portata via la Ferrari, una squadra che in Giappone è sembrata gravemente smarrita, al punto di non riuscire a fare ciò che nel recente passato veniva eseguito alla perfezione. Davvero un peccato perchè la gara giapponese poteva rappresentare l'occasione buona per aprire seriamente il campionato piloti senza dover gufare contro gli avversari. Per tentare il colpaccio, alla rossa hanno pensato di montare le coperture intermedio nonostante il diluvio appena caduto sull'asfalto. E' vero che la pioggia sembrava fermarsi prima della partenza e che i giri dietro la safety car avrebbero potuto asciugare un po' la pista ma la scommessa era meglio piazzarla con una sola vettura, in modo di non rischiare di uscire definitivamente dalla lotta per il titolo. Nel 2007 alla Ferrari hanno sbagliato tutti: i piloti che hanno informato male i tecnici durante i giri di formazione, convinti che le gomme rain potevano essere montate, i tecnici che non hanno avuto la minima esitazione a lasciare entrambi i piloti in balia alle bizze del tempo e anche gli uomini a Maranello che in varie occasioni (non in questo GP) non hanno fornito alla squadra del materiale sufficientemente affidabile.

Il primo anno del "dopo-Schumacher" (e anche del "dopo-Brawn") si conclude proprio in Giappone come lo scorso anno, quando fu quel maledetto motore a dire "No" all'ottavo titolo del Kaiser. Sono seguite diverse rotture, erroracci dei piloti (Massa ieri poteva evitare, se non di non girarsi dietro la safety car, almeno di non superare altri piloti con le bandiere gialle) e abbagli strategici. Scaramanticamente il Fuji non porta fortuna: titolo perso con Lauda e Regazzoni nel 1976, tragedia con Villeneuve nel 1977 e colpaccio mancato nel 2007.

Adesso molti parleranno della famosa comunicazione (mancata? non firmata?) della FIA di cui sapevano tutti, anche i giornalisti, tranne la Ferrari. La rossa è stata obbligata a far fermare i piloti per montare le gomme monsoon e non venire squalificata secondo il portavoce Colajanni, ma ab-origine restano due vetture su 22 che montano coperture inadatte ad una pioggia di tale intensità. Anche senza quella comunicazione, le due Ferrari sarebbero finite in fondo al gruppo. Non ha senso lamentarsi e questo lo dicono gli stessi ferraristi col cuore in gola.

Per la cronaca: la FIA ha fatto bene ad obbligare tutti a montare le gomme monsoon. Negli ultimi anni troppo spesso (Brasile 2003, Europa 2007) le squadre hanno utilizzato gomme intermedio nonostante il nubifragio con la perenne paura di avere le gomme meno competitive quando la pioggia diminuisce. In queste situazioni troppo spesso abbiamo visto vetture fuori controllo con enormi pericoli per i piloti ma soprattutto per i commissari a bordo pista che spingono le monoposto ferme. Purtroppo le regole vengono imposte quando non si riesce a regolarsi da soli.